Campionato Italiano Regolarità Auto Storiche: dove il tempo non si batte, si accarezza.

Ci sono quelle mattine in cui la passione ti sorprende letteralmente sotto casa.
È successo a me, proprio mentre stavo per partire verso Misano, dove nel weekend c’era il Lamborghini Super Trofeo. Valigetta in spalla, zaino fotografico pronto, e… via vai di auto storiche che sfilano lente davanti al portone. Mi fermo, ovvio.
Scopro così che sta per partire il 32° San Marino Revival, una di quelle gare di regolarità dove a contare non è chi arriva prima, ma chi arriva “più giusto”.
Tempo di qualche foto, due chiacchiere con i commissari e… mi rendo conto troppo tardi che, incantato da quelle vecchie glorie del motorsport, mi sono perso Gara 1 (Pro-Am) del secondo giorno a Misano. Pazienza. Ma ne è valsa la pena.
Lo senti prima ancora di vederle, quelle auto che arrivano in fila alla partenza di Falciano, con i cronometri già pronti e i cofani lucidi come se dovessero sfilare, non correre. È partito il 32° San Marino Revival, penultimo appuntamento del Campionato Italiano Regolarità Auto Storiche (CIREAS) — una di quelle gare dove la velocità non serve per vincere.
Serve la precisione. E il cuore.




Cos’è una gara di regolarità (spiegato facile)
La regolarità è l’altra faccia del motorsport. Non si vince “andando forte”, ma andando giusto.
Gli equipaggi — pilota e navigatore — devono percorrere un tragitto rispettando tempi al centesimo di secondo. Le prove cronometrate, ben 65 in questa edizione, sono come piccole trappole temporali: arrivi troppo presto, penalità. Arrivi tardi, penalità.
Serve ritmo, concentrazione e una complicità perfetta tra chi guida e chi tiene il cronometro. È un po’ come ballare con una macchina d’epoca su strade di montagna.
Dove si corre
Il percorso di quest’anno — 184,44 km tra Monte Titano, Montefeltro e Valconca — è un viaggio nel cuore della Repubblica.
Metà del tracciato è nuovo: strade che odorano di storia, curve che hanno visto passare rally, moto e mille passioni.
Una sosta in Piazza Bertoldi a Serravalle per un caffè (perché sì, anche in gara serve), poi pranzo al Rose’n’Bowl. È anche questo il bello della regolarità: il tempo per respirare, per guardarsi intorno e godersi la meccanica, la compagnia e i paesaggi.
Chi organizza
Dietro le quinte c’è la San Marino Racing Organization, presieduta da Francesco Galassi, con il supporto della FAMS — la Federazione Auto Motoristica Sammarinese.
Una macchina organizzativa impeccabile, che riesce a fondere sport, turismo e tradizione in un evento che ormai è parte del calendario sportivo sammarinese tanto quanto il Rally di San Marino o il Rallylegend.
La gara
Già nella Power Stage, vinta da Zanasi e Bertini su una splendida Fiat 508C del 1937, si è capito che sarebbe stata una battaglia al millesimo.
Dietro di loro, Renna–Abalsamo su A112 E del ’79 e i coniugi Malucelli–Bernuzzi sulla sempre sorprendente Fiat Duna del ’89. Tutti con soli 3 centesimi di penalità: praticamente un battito di ciglia.
La cerimonia di premiazione si terrà alle 17.00 al Multieventi, chiudendo una giornata che sa di olio caldo e passione vera.
Un trofeo speciale
Confermato anche il Trofeo Loris Roggia, arrivato all’ottava edizione, che da quest’anno andrà al primo assoluto “puro”, senza coefficienti.
Un modo per premiare il cronometro più preciso, senza filtri né bonus.














































Il San Marino Revival non è solo una gara. È una celebrazione della meccanica che non muore mai, del ritmo che batte nel metallo, della passione per l’automobile vissuta come arte.
E mentre i moderni parlano di elettrificazione e software, qui, tra le strade di Serravalle e del Titano, a comandare sono ancora le mani, il cuore e un cronometro.





