Ottavo appuntamento del calendario 2025 e primo “jewel event” europeo: il Gran Premio di Monaco arriva in un momento cruciale, con Oscar Piastri leader per soli sei punti su Lando Norris e Charles Leclerc in piena rincorsa. L’esperimento regolamentare della doppia sosta obbligatoria ha aggiunto una variabile strategica in un circuito dove, storicamente, la tattica conta più della velocità di punta .

Scheda tecnica dell’evento
Voce | Dati principali |
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Circuito | Circuit de Monaco, 3,337 km, 78 giri (260,286 km). Velocità media 154 km/h, 19 curve, trazione-limitata e sospensioni morbide. |
Meteo | Condizioni asciutte per tutto il weekend; asfalto costante intorno ai 40 °C, senza wind-shear rilevanti. |
Pneumatici | Gamma più morbida Pirelli C3-C4-C5; normativa 2025 ha imposto due pit-stop minimi e l’utilizzo di almeno due compound diversi. |
Novità tecniche | McLaren: bassa corda ala anteriore e deviatori di flusso sotto-naso; Ferrari: bordo-fondo evoluto con 4 % downforce extra; Red Bull senza upgrade, confidando nell’efficienza meccanica . |
Analisi tecnica delle vetture
McLaren MCL38
L’ala anteriore “step-nose” vista nelle FP1 ha generato un bilancio più neutro in curva 7-8 (Portier), consentendo a Norris di ruotare la vettura con meno interventi sul diff-mid. Il dato telemetrico chiave è la riduzione di 2 km/h sulla velocità minima a Loews, compensata da +5 km/h sul tunnel grazie alla riduzione di drag.
Ferrari SF-25
Il nuovo bordo del fondo ha prodotto un guadagno stimato di 12 kg di carico verticale a 180 km/h, ma ha accentuato la sensibilità al ride-height. Leclerc ha dovuto alzare di 2 mm il posteriore dopo il tocco con il cordolo in Q2, pagando ritardo in trazione rispetto a Norris in qualifica .
Red Bull RB21
La filosofia “no update” non ha pagato: Verstappen ha lamentato cambiate lente (“sembra il 1972!”) al 33° giro . La power-unit Honda rimane la più efficiente in modalità harvest, ma il pacchetto meccanico non ha offerto sufficiente rotazione lenta.
Strategie di squadra e gestione gara
Pilota | Start | Pit 1 | Pit 2 | Compound finali | Note |
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Norris (McL) | C4 | g. 26 → C3 | g. 59 → C3 | M-H-H | Pit anticipato su VSC, gestione brake wear. |
Leclerc (Fer) | C4 | g. 28 → C3 | g. 60 → C3 | M-H-H | Undercut negato dal traffico Sainz. |
Piastri (McL) | C4 | g. 25 → C3 | g. 58 → C3 | M-H-H | Sincronizzato con Norris per copertura. |
Verstappen (RB) | C3 | g. 49 → C3 | g. 77 → C5 | H-H-S | Gambetto “long-first-stint”, perso podio. |
La chiave è stata l’adattamento alla regola delle due soste: andare lunghi per sperare in una Safety Car (SC) si è rivelato fallimentare, perché nessuna SC reale è intervenuta; solo due VSC brevi hanno favorito chi era già nella finestra sosta . Red Bull, che ha provato l’offset, ha comandato virtualmente la corsa dal 50° al 76° giro, salvo precipitare in P4 dopo lo splash finale.
Svolgimento e momenti chiave
- Partenza: Norris mantiene la testa nonostante un bloccaggio all’ingresso di Sainte-Dévote .
- Treno di Sainz: dal 30° giro il ferrarista, costretto a un passo più lento con gomme usurate, crea un catenaccio di sette vetture che congela le posizioni di testa .
- Lap 65 – pressione Ferrari: radio di Leclerc: “Norris è lento!” dopo un 1’15″4 del leader contro 1’15″1 di Verstappen in aria libera .
- Giro 77 – il “pit del podio perso”: Verstappen rientra per adempiere alla regola, cede il comando e rientra dietro Piastri.
- Finale: Norris regge sette decimi di margine su Leclerc fino alla bandiera, siglando la seconda vittoria stagionale.
Fattori tecnici decisivi:
- Degrado C4 controllato grazie a mappature brake-by-wire più conservative di McLaren.
- Temperature freno: Ferrari ha dovuto aprire i canali anteriori di 5 mm dopo FP3; maggiore drag è costato 0,12 s sul rettilineo del tunnel.
- ERS deployment: McLaren ha spinto 2 % in più nel secondo settore, consentendo a Norris di difendere posizione in uscita dal Porto.

Risultati e classifiche
Top 10 Gara
- L. Norris (McLaren)
- C. Leclerc (Ferrari) +0.713 s
- O. Piastri (McLaren) +2.4 s
- M. Verstappen (Red Bull) +4.0 s
- L. Hamilton (Mercedes) +16.8 s
- I. Hadjar (Racing Bulls)
- E. Ocon (Haas)
- L. Lawson (Racing Bulls)
- A. Albon (Williams)
- C. Sainz (Ferrari)
Classifiche iridate (prime posizioni)
Piloti: Piastri 118, Norris 115, Leclerc 97, Verstappen 90.
Costruttori: McLaren 233, Ferrari 189, Red Bull 155, Mercedes 112 .
Commento finale e prospettive
La vittoria di Norris ribadisce che il pacchetto McLaren a basso drag, unito a procedure di pit-stop medie sotto i 2″4, rappresenta oggi il benchmark nei circuiti a trazione — non solo sul veloce. Ferrari esce con la consapevolezza di avere ritmo gara, ma la qualifica resta il tallone d’Achille: Leclerc stesso ha ammesso di “aver perso la corsa al sabato” . Red Bull deve riconsiderare l’atteggiamento conservativo sugli aggiornamenti, mentre Mercedes, quinta con Hamilton e fuori punti con Russell penalizzato, sembra in fase di ricostruzione aerodinamica.
Sul piano regolamentare, la doppia sosta obbligatoria non ha rivoluzionato lo spettacolo: la pista stretta ha comunque reso il sorpasso merce rara e molti strategist hanno preferito l’overcut gestionale piuttosto che rischiare track-position. La FIA valuterà se riproporre la misura su tracciati più larghi.
Verso Montréal (7-8 giugno) le incertezze restano: tre piloti in 21 punti, McLaren che torna con un Norris con gran fiducia, e Ferrari pronta a ribaltare il pronostico su un circuito da power-unit. L’unica certezza è che, dopo Monaco 2025, il mondiale ha trovato un nuovo equilibrio tecnico.