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Gomme invernali 2025: Tutto quello che c’è da sapere

Obblighi, sicurezza e costi in aumento.

Con l’arrivo dell’autunno torna puntuale l’appuntamento con il cambio gomme: dal 15 ottobre 2025 sarà possibile montare i pneumatici invernali, mentre dal 15 novembre scatterà l’obbligo su gran parte della rete stradale e autostradale italiana.
Un tema che, ogni anno, coinvolge milioni di automobilisti e officine, ma che in questa stagione assume contorni particolari: nessun bonus o incentivo statale è stato confermato, mentre crescono i costi medi di acquisto e montaggio. La questione, dunque, non è solo tecnica o normativa, ma anche economica.

Le date chiave: 15 ottobre e 15 novembre

Il Codice della Strada stabilisce che l’obbligo di circolare con pneumatici invernali, catene o calze da neve decorra dal 15 novembre e resti in vigore fino al 15 aprile dell’anno successivo, salvo diversa disposizione locale.
Il mese di ottobre rappresenta invece la finestra di pre-montaggio, utile per evitare code presso i gommisti e garantire che il veicolo sia pronto all’abbassarsi delle temperature.

Va ricordato che le ordinanze non sono uniformi sul territorio nazionale: regioni e province possono fissare periodi e condizioni specifiche in base al clima locale.
Ad esempio, in Valle d’Aosta l’obbligo parte già il 15 ottobre, mentre in alcune province del Sud non è previsto affatto, se non su tratti montani o autostradali esposti a rischio neve o ghiaccio.

Obbligo gomme invernali: dove e per chi

L’obbligo riguarda tutti i veicoli a motore – autovetture, SUV, veicoli commerciali e autobus – quando transitano su strade soggette a ordinanza.
L’indicazione della necessità di dotazioni invernali è segnalata dal cartello blu con il pneumatico e la catena, posto all’inizio del tratto stradale interessato.

In alternativa alle gomme invernali è possibile circolare con:

  • Pneumatici 4 stagioni (All Season) con marcatura M+S e simbolo del fiocco di neve (3PMSF);
  • Catene da neve omologate, da tenere a bordo e utilizzabili in caso di necessità;
  • Calze da neve conformi alla norma UNI EN 16662-1:2020, che le equipara legalmente alle catene tradizionali.

Tuttavia, mentre catene e calze rappresentano una soluzione di emergenza, solo le gomme invernali o 4 stagioni di qualità assicurano aderenza e stabilità costante nelle condizioni fredde tipiche della stagione.

Sicurezza prima di tutto: perché le invernali restano indispensabili

L’obbligo non nasce da un semplice formalismo burocratico, ma da esigenze di sicurezza dinamica e aderenza.
Le gomme invernali utilizzano una mescola più morbida e flessibile a basse temperature, capace di mantenere grip anche sotto i 7 °C, dove le estive tendono invece a indurirsi e perdere efficienza.

Il battistrada presenta una lamellatura più fitta e profonda, studiata per evacuare acqua e neve, aumentando l’effetto “mordente” sulla superficie.
Test indipendenti confermano che una vettura con pneumatici invernali riduce lo spazio di frenata su bagnato e neve fino al 30 % rispetto a un’auto equipaggiata con gomme estive.

La differenza è ancor più evidente nei veicoli dotati di sistemi di assistenza avanzati (ADAS), il cui funzionamento ottimale presuppone un adeguato livello di aderenza meccanica. Un sensore radar o una frenata automatica di emergenza, infatti, possono poco se le ruote non trasmettono coppia al suolo in modo efficace.

Le multe: cosa si rischia

Chi viene sorpreso a circolare su strade soggette a obbligo senza dotazioni invernali conformi è soggetto a sanzioni variabili in base al contesto:

  • Da 42 a 173 euro nei centri abitati;
  • Da 87 a 344 euro fuori dai centri abitati;
  • Sottrazione di 3 punti dalla patente.

In caso di condizioni meteo tali da rendere la circolazione pericolosa, le autorità possono inoltre impedire la prosecuzione del viaggio fino al ripristino della conformità del veicolo.
Una dimenticanza, quindi, può tradursi non solo in una multa, ma in un fermo forzato e costoso.

L’assenza di incentivi: una decisione che pesa

Dopo la fase di incentivi dedicati alla mobilità elettrica e ai bonus per la manutenzione veicoli introdotti negli anni scorsi, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy non ha previsto alcun bonus pneumatici o contributo per il cambio gomme nel 2025.
Una scelta che ha deluso operatori e associazioni di categoria, considerando l’impatto economico che il doppio treno di gomme rappresenta per le famiglie italiane.

Il costo medio per un set di pneumatici invernali di segmento C o crossover si aggira oggi tra 400 e 700 euro, a cui vanno aggiunti 30–60 euro per il montaggio e l’equilibratura.
In assenza di incentivi, molti automobilisti scelgono di posticipare la sostituzione o optano per soluzioni economiche, spesso a scapito della sicurezza.

L’associazione dei gommisti italiani (AIRP) ha stimato che oltre il 25 % delle auto circolanti monta pneumatici usurati o non omologati, un dato in crescita rispetto al 2023.
Il mancato rinnovo del bonus – che in alcune ipotesi avrebbe potuto coprire fino al 20 % della spesa – viene visto come un’occasione persa per stimolare la manutenzione preventiva e ridurre l’incidentalità invernale.

Soluzioni alternative e scelte tecniche

Per chi desidera un compromesso fra costo e praticità, le gomme 4 stagioni rappresentano una valida alternativa, soprattutto in zone a clima mite.
Le moderne generazioni di pneumatici All Season offrono prestazioni bilanciate: una mescola che resiste bene al caldo, ma mantiene elasticità in inverno, e un disegno del battistrada con lamelle tridimensionali capaci di drenare acqua e fango.

Tuttavia, occorre scegliere modelli con marcatura 3PMSF (Three Peak Mountain Snowflake), unica certificazione che ne attesta la conformità all’uso invernale.
Molte gomme “M+S” prive di fiocco di neve, infatti, non garantiscono le stesse performance su neve compatta o ghiaccio.

Gli pneumatici 4 stagioni non sono la soluzione universale:

  • Ideali per chi percorre pochi chilometri all’anno o guida prevalentemente in città;
  • Sconsigliati per chi affronta lunghi tratti autostradali o zone montane;
  • Richiedono rotazioni e controlli periodici più frequenti per mantenere un’usura uniforme.

Il quadro normativo: cosa dice il Codice della Strada

L’articolo 6 del Codice della Strada (comma 4, lettera e) conferisce agli enti proprietari delle strade – Comuni, Province, Regioni, Anas e Concessionarie autostradali – la facoltà di emettere ordinanze stagionali che impongono l’obbligo di dotazioni invernali.
Queste ordinanze devono essere pubblicate con adeguato preavviso e restare consultabili sui siti istituzionali.

Gli pneumatici invernali devono riportare sul fianco:

  • la sigla M+S (Mud & Snow);
  • il simbolo 3PMSF, garanzia di conformità europea;
  • un indice di velocità almeno pari a quello indicato a libretto, salvo deroga temporanea consentita dalla normativa.

In caso di montaggio di pneumatici con codice inferiore (es. Q invece di V), è necessario apporre un’etichetta visibile al conducente che indichi la velocità massima consentita dal pneumatico installato.

Le prospettive per il 2026: tra clima, mercato e regolamentazioni

Il cambiamento climatico sta ridisegnando anche il calendario della sicurezza stradale. Inverni meno rigidi al Sud e precipitazioni più irregolari stanno portando a una revisione del concetto stesso di stagionalità.
Alcuni costruttori – Pirelli in primis – prevedono una progressiva convergenza verso pneumatici “4 stagioni ad alte prestazioni”, capaci di coprire tutto l’anno su larga parte del territorio.

Nel frattempo, si discute a livello europeo di uniformare le normative sugli obblighi invernali per ridurre la frammentazione tra Stati membri, con possibili sviluppi già dal 2026.

Il 2025 si apre senza incentivi, ma con lo stesso principio di fondo: la sicurezza non va messa in discussione.
Montare pneumatici adeguati alle condizioni invernali non è solo un dovere legale, ma una garanzia di controllo, stabilità e rispetto per gli altri utenti della strada.
In un contesto economico complesso, scegliere con consapevolezza – magari optando per marchi affidabili o formule “pay per use” – può fare la differenza.
Il risparmio immediato su un treno di gomme scadente, infatti, rischia di costare molto di più in termini di spazi di frenata, usura e, soprattutto, sicurezza.

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