
Il 2025 arriva all’ultima curva con tre contendenti reali per il titolo. Prima del Gran Premio di Abu Dhabi, la classifica piloti vede in testa Lando Norris (McLaren) con 408 punti, seguito da Max Verstappen (Red Bull Racing) a 396 e il compagno di squadra di Norris, Oscar Piastri, a 392.
È la prima volta dal 2021 che l’ultimo GP decide il mondiale e la prima dal 2010 con più di due piloti in lotta.
Per Norris bastava un podio; Verstappen e Piastri, invece, dovevano vincere e sperare in un errore del britannico. La tensione era palpabile, l’atmosfera carica: Abu Dhabi non è mai stata una passerella per il titolo.
Griglia di partenza e pronostici
La pole position va a Verstappen. Dietro di lui, Norris in seconda posizione e Piastri terzo.
Le premesse: Verstappen davanti, riflettori sulla sua voglia di titolo numero cinque; Norris con la pressione del favorito; Piastri con l’opportunità di sorprendere.
I bookmakers, gli analisti, i team radiavano prudenza: chiunque sbagliava, spianava la strada agli altri.
Pit-Stop e gestione strategica: La chiave del mondiale
Le Scelte Iniziali
La strategia di gara ad Abu Dhabi 2025 è stata il vero teatro tattico del campionato. Prima della partenza, gli esperti Pirelli indicavano la strategia media-dura a una sola sosta come teoricamente più rapida, con una finestra ideale di pit-stop tra il giro 20 e il 26. Tuttavia, la situazione psicologica dei tre contendenti ha generato scelte radicalmente diverse.
Verstappen parte con gomme medie e con l’obiettivo vincente più semplice: solo dominare. Al giro 24 si ferma ai box per montare le dure, seguendo la strategia d’attacco. Piastri sceglie l’approccio opposto: gomme dure in griglia, mantenendole fino al giro 42 per poi rientrare con un’unica sosta. Una scelta più conservativa ma rischiosa, perché costringeva a gestire il degrado su una gomma inizialmente non ideale per il passo.
Norris, invece, opta per la doppia sosta: media al via, hard nel primo pit-stop, e ancora hard fino al traguardo. Una strategia più complessa, meno rapida in teoria secondo le simulazioni Pirelli, ma potenzialmente più sicura contro il rischio di graining (le gomme che si “spellano” da sotto per il surriscaldamento).
L’Evoluzione della gara: I momenti critici
Giri 1-8: Verstappen scatta forte dalla pole e inizia subito ad aprire un margine di oltre due secondi su Piastri. Norris inseguiva in terza posizione, a soli 1,2 secondi dal compagno. Leclerc, con la Ferrari, era vicinissimo a Norris — era il primo pericolo reale. Il box McLaren avvisa Piastri di aumentare il ritmo, consapevole che lasciare Norris in quarta posizione avrebbe significato la perdita del titolo.
Giro 24-25: Verstappen rientra ai box per la prima sosta, montando le dure. Momento cruciale dove la Red Bull mette in difficoltà il muretto McLaren con una strategia intelligente e aggressiva. Norris decide di continuare in pista per accumulare margine, sapendo che poteva gestire un pit-stop.
Giro 41-42: Era la finestra decisiva. Norris entra ai box insieme a Leclerc, montando di nuovo la hard. Subito dopo, Piastri rientra a sua volta, uscendo sempre in seconda posizione dietro al compagno di squadra, ma ora con gomme fresche.
La gestione finale: Nervi e lucidità
Dalla ripresa dopo i pit-stop fino al giro 58, Norris deve gestire il ritmo con estrema attenzione. Non aveva il passo per attaccare Piastri, ma doveva mantenersi al terzo posto — l’unica opzione per il titolo. La sua strategia divenne puramente difensiva: tenere le gomme in temperatura, evitare graining, mantenere distanza dai rivali dietro di lui (soprattutto Russell e Leclerc), senza commettere errori.
Piastri, con gomme fresche e una sola sosta completata, avrebbe potuto teoricamente mettere pressione a Verstappen negli ultimi giri. Invece la gomma dura iniziale per 42 giri lo aveva consegnato al secondo posto senza possibilità di rimonta, e di conseguenza non poteva aiutare il titolo.
Verstappen vince la gara con la strategia aggressiva e il controllo: una sosta semplice, gomme nuove dal giro 24, passo vincente. La Red Bull aveva letto bene il copione.
Norris vince il titolo con una scelta intelligente: due soste, ritmi costanti, rischio minimizzato. Non era la strategia più rapida sulla carta, ma era quella che massimizzava la sicurezza del risultato necessario (il podio).
Piastri sceglie una scelta vincente in teoria ma neutralizzata dalla realtà: la doppia gomma dura non gli ha permesso di attaccare nel finale, nonostante le gomme fresche dopo il pit-stop tardivo.
Il verdetto: Norris è campione — per due punti
- Vittoria gara: Max Verstappen (Red Bull)
- Secondo: Oscar Piastri (McLaren)
- Terzo / titolo: Lando Norris (McLaren) — primo titolo iridato
- Classifica finale: Norris 423 punti, Verstappen 421, Piastri 410.
È la prima volta dal 2008 che un pilota McLaren torna sul tetto del mondo. È la consacrazione di un talento che ha saputo gestire pressione, aspettative, paura e sfida — con maturità e lucidità.
Cosa ha fatto la differenza: strategia, resilienza e visione
Reset mentale e maturità
Dopo le difficoltà negli ultimi GP (soprattutto dopo Las Vegas e Qatar), tanti davano Norris fuori dai giochi. Invece ha dimostrato una crescita mentale: focus totale, zero frenesia, gestione del rischio controllata.
McLaren e la macchina vincente al momento giusto
La MCL60 — aggiornata in corso d’anno — ha offerto un pacchetto competitivo: assetto equilibrato, affidabilità, step evolutivi che hanno premiato nelle fasi decisive. Norris è stato bravo ad adattarsi: guidando “pulito”, sfruttando ogni dettaglio, minimizzando gli errori.
La capacità di “gestire la gara” più che “cacciarla”
Spesso si vince un titolo non col giro più veloce, ma con la gestione più intelligente: sosta al momento giusto, ritmo costante, calcolo del traffico, lucidità sotto pressione. Norris ha gestito tutto da veterano, non da debuttante d’assalto.
La pressione dei rivali e il ruolo di Verstappen
Verstappen ha vinto la gara; Piastri ha lottato fino alla fine. Ma nessuno ha saputo mettere Norris in difficoltà nel momento clou — dimostrando che il confronto diretto, quando la posta è altissima, non basta senza una strategia perfetta.
Le reazioni: emozioni, lacrime e celebrazioni da sogno
La commozione di Norris al traguardo non è stata una sorpresa: era la miscela di anni di lavoro, sogni da bambino, sacrifici e ora la gloria massima. “È come un film”, ha detto, “non sapevo come mi sarei sentito… ma quando ho tagliato il traguardo è esplosa tutta l’emozione”.
La festa è durata fino a notte fonda: nella prova post-stagione ad Abu Dhabi Norris è tornato in macchina con un casco celebrativo, simbolo di un anno che lo ha incoronato.
Per McLaren: doppietta titoli 2025 — Costruttori e Piloti — dopo anni di attesa, progettazione e corse difficili. Una ricompensa che segna il ritorno “in alto” di una squadra storica.
Significato del 2025: un nuovo capitolo per la F1
- Rottura di un dominio: Verstappen, quattro titoli di fila, viene fermato sul più bello. La lotta è tornata.
- McLaren rivalutata: squadra e pilota hanno saputo costruire e capitalizzare un progetto. Non più outsider, ma pretendente credibile.
- Nuovo eroe britannico: Norris è l’11° britannico a vincere un mondiale — il primo dopo un’era dominata da un solo nome.
- Messaggio per il 2026: nel 2026 le variabili cambiano (regole, vetture, tifosi, pressione). Ma chi ha dimostrato di saper gestire tutto, ha già un passo avanti.
La notte che non si dimentica
Al calar della notte ad Abu Dhabi, tra le luci del Yas Marina Circuit e il rombo delle power unit, Lando Norris non ha solo chiuso una gara: ha chiuso una carriera in costruzione, ha completato un sogno di bambini che guardavano le gare in TV.
È diventato campione mondiale di Formula 1 — non con un fuoco esplosivo, ma con la calma, la testa e il cervello di chi sa che la vittoria non è un momento, ma un processo.
Quando Norris ha salutato il podio, prima di tutto con la mano verso il cielo, quel gesto non era solo per se stesso. Era per chi gli ha creduto, per chi ha lavorato con lui, per chi sa che in F1 non ci sono miracoli: solo dedizione, pazienza e coraggio.
Questo 2025 segna uno spartiacque: la F1 ha un nuovo campione. E la sua storia sta appena cominciando.





