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Lone Star Le Mans 2025: Quando la pioggia e il caos ridefiniscono l’endurance

Analisi tecnica e strategica della Vittoria ‘di gestione’ della Porsche #6 in una gara WEC a tassi di entropia record

AUSTIN, Texas – Il sesto round del FIA World Endurance Championship al Circuit of the Americas (COTA) si è trasformato in una lezione magistrale di risk management e adattamento. Il Lone Star Le Mans 2025, una gara di sei ore prevista sotto il sole texano, è stato invece inghiottito da un diluvio che ha portato a una Bandiera Rossa storica e a ben sei ingressi della Safety Car, azzerando la corsa più volte e premiando la lucidità operativa sulla pura velocità.

A spuntarla è stata la Porsche Penske #6 (Estre/Vanthoor/Campbell). La loro prima vittoria WEC del 2025 non è stata frutto di un ritmo incontrastato, ma di una sequenza chirurgica di micro-decisioni strategiche, culminate in un sorpasso al limite che ha rotto l’inerzia della Ferrari.

La Struttura Distrutta: Logistica del caos

Il weekend Hypercar era iniziato con un paradosso: Porsche e Cadillac avevano ricevuto i BoP (Balance of Performance) più penalizzanti in ottica gara asciutta. Tuttavia, il meteo ha annullato l’effetto di quei parametri, trasformando la gara in un test di controllabilità e finestra termica sul bagnato.

L’Errore Procedurale Iniziale: Dopo una partenza dietro Safety Car a causa della pioggia battente, la corsa è stata interrotta da una Bandiera Rossa. La causa era logistica: un errore nella procedura di scambio tra le Safety Car ha indotto parte del gruppo a dirigersi verso la pit-lane in modo non regolamentare. La Race Control ha resettato l’ordine, uniformando i consumi e, di fatto, rimettendo a zero i piani strategici di stint dei team. Da quel momento, la gara non è più stata una maratona di sei ore, ma una serie di sprint corti separati da lunghe neutralizzazioni (oltre due ore totali dietro SC).

Il Momento Decisivo: Un sorpasso borderline a T1

La fotografia tattica che ha definito il vincitore è arrivata a circa 1 ora e 45 minuti dalla fine.

Al restart dopo l’ennesima neutralizzazione, Kévin Estre (Porsche #6) ha lanciato l’attacco ad Alessandro Pier Guidi (Ferrari #51) alla temibile Curva 1 di COTA. Sfruttando l’elevato dislivello e la geometria che permette traiettorie multiple sul bagnato, Estre ha messo il muso all’interno, superando la Ferrari con un contatto laterale leggero. Pochi giri dopo, la #51 ha subito una foratura all’anteriore sinistra, compromettendo irrimediabilmente la sua corsa.

Interpretazione: I commissari hanno giudicato l’episodio un “incidente di gara” (con un warning post-gara per Porsche), sostenendo che l’aderenza precaria e la dinamica alla ripartenza ammettevano un grado di aggressività più alto. Per la Porsche, la manovra è stata il pivot vincente; per la Ferrari, una doppia beffa (perdita della track position e danno meccanico).

La virtù di Porsche: Esecuzione metodica e niente eroe-ismo

La vittoria della #6 è la prova che, nel caos, l’esecuzione metodica batte l’eccesso di velocità. La Porsche 963 ha mostrato:

  1. Eccellenza sui Restart: Il team è riuscito a settare pressioni e temperature degli pneumatici Full Wet/Intermediate per avere il massimo grip nei 2-3 giri cruciali dopo la Safety Car, permettendo a Estre di replicare l’attacco (come quello su #51).
  2. Gestione del Crossover (Anti-Azzardo): Nel finale, con la pista che si asciugava rapidamente, il rischio di passare troppo presto alle gomme slick era altissimo. Porsche #6 ha mantenuto una condotta difensiva-intelligente, scegliendo di restare sulle mescole Rain o Intermediate. Hanno preferito difendere l’enorme margine di tempo e la posizione guadagnata, anziché rischiare un aquaplaning fatale per inseguire un decimo.

La Ferrari #50 ha recuperato terreno nel finale, sfruttando la ritrovata aderenza per agguantare un prezioso secondo posto dopo un duello brillante con la Peugeot #94 (terza), ma l’inerzia era ormai compromessa.

LMGT3: La classe scuola e il dilemma slick

Se in Hypercar la cautela ha premiato, la classe LMGT3 ha offerto la contro-tesi strategica:

  • Vittoria a Tavolino, Strategia VERA in Pista: La United Autosports #95 McLaren (Gelael/Leung/Sato) ha ereditato la vittoria dalla Ferrari #54 (Vista AF Corse), penalizzata di 5 secondi per un contatto. Tuttavia, la vittoria è stata costruita sulla call coraggiosa di montare le gomme slick nella finestra esatta in cui il rubbering (gommatura) delle Hypercar aveva drenato la traiettoria ideale.

Questo crossover aggressivo ha generato guadagni di secondi al giro, dimostrando che, nelle classi GT3, l’azzardo strategico al momento giusto può essere la vera win condition quando l’asfalto evolve.

Impatto sul campionato: Ferrari resiste, Porsche respira

Nonostante il successo di prestigio della Porsche, la Ferrari esce da Austin ancora in una posizione di controllo:

  • Costruttori Hypercar: Ferrari mantiene un vantaggio sostanziale di 65 punti sulla Porsche, con solo Fuji e Bahrain ancora da disputare. La #50 e la #51 (quinta all’arrivo nonostante il contrattempo) hanno limitato i danni in una gara tatticamente avversa.
  • Piloti Hypercar: Il trio della Ferrari #51 mantiene un vantaggio di circa 15 punti sugli inseguitori.

Austin rimarrà un case study su come la preparazione all’imprevisto sia il vero vantaggio tecnico nell’Endurance. Porsche ha vinto perché ha saputo convertire una gara a blocchi in una serie di sprint gestiti, con la 963 che ha dimostrato una notevole controllabilità della piattaforma in condizioni di aderenza precaria, un fattore che ha superato la penalizzazione del BoP e ha messo la pressione sui rivali.

Guardando a Fuji e Bahrain, dove la strategia di pit stop in condizioni normali sarà cruciale, credi che l’Alert sulla gestione corpo a corpo e sui restart sia il problema più urgente per la Ferrari, o è stato solo un incidente di percorso dettato dal diluvio?

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